domenica 29 novembre 2009

archi.materiale #1: Sughero (tessuto)


Che il sughero venisse usato, oltre che per la produzione dei tappi per vini di qualità per pannelli isolanti è risaputo. Che fosse utilizzato nell'ambito del design credo che invece possa esser considerata una novità, o quantomeno un utilizzo poco noto.
Trattando in maniera particolare il sughero, infatti, è possibile ottenere un tessuto ecologico, una 'pelle vegetale' , ecologica.
Per ottenere questo materiale è necessaria una selezione del sughero delle qualità migliori, che viene poi tagliato in fogli sottilissimi, accoppiati a differenti supporti come il cotone, il lino, la seta e le microfibre.
I fogli di sughero, dopo esser stati accoppiati e levigati, vengono sottoposti ad un particolare trattamento che utilizza solo componenti naturali.
Questo trattamento rende il tessuto morbido, malleabile, resistente all'usura e resistente all'abrazione, non che impermeabile, antimacchia, antigraffio, antiallergico, termoisolante, ignifugo e lavabile in lavatrice.
Un materiale naturale ed ecologico che si dimostra quindi ideale per il design di arredi, come nel caso del pouf 'Cork Ottoman', firmato West Elm.

sabato 28 novembre 2009

archi.materiale #1: Sughero (isolante)


Il sughero viene ricavato dalla corteccia della quercia da sughero (Quercus suber) ed è un materiale proprio delle aree mediterranee.


La corteccia della quercia da sughero può essere prelevata dalla pianta attorno al 20° anno di età, e, una volta asportata si riproduce nell'arco di 10 anni.
Dopo un'adeguata essicatura, dalla corteccia è possibile ricavare il sughero in granuli mediante la frantumazione in appositi mulini e la pulitura delle scorie legnose.


Dai granuli, dopo la pulitura delle scorie legnose, è quindi possibile ottenere i pannelli mediante il riscaldamento in forni anaerobici a una temperatura di 380°C.
Scaldandosi, i granuli si liquefanno e si saldano tra loro, in modo naturale. I granuli si gonfiano, alleggerendo così il prodotto.


CARATTERISTICHE DEL MATERIALE:

- Buon isolamento termoacustico
- Buona inerzia termica (conducibilità termica pari a circa 0,040 W/mK)
- Elevata traspirabilità e buona resistenza all'umidità
- Modesta reazione al fuoco (Classe 2)
- Tempi lunghi di rigenerazione della metria prima e ridotta disponibilità
- Dispendio energetico basso, ma lunghi percorsi di trasporto
- Facilmente riutilizzabile e riciclabile
- Compostabile solo se privo di sostanze sintetiche o collanti
- Assenza di rischi per la salute
- Facile e veloce installazione per pareti e coperture


P.S.

Se qualcuno fosse interessato segnalo 'Guida agli isolanti naturali. Prodotti, caratteristiche, tipologie di impiego'. A cura di E.Oleotto. EdicomEdizioni.



mercoledì 25 novembre 2009

archi.libro #2: 101 Things I Learned in Architecture School




Ovvero ... 101 cose che Matthew Frederick, un architetto e designer di Cambridge, nel Massachusetss, ha imparato durante anni di esercizio della libera professione e dell'insegnamento.
Si tratta di 'mini-lezioni' riguardo il design, la rappresentazione, il processo creativo etc., ciascuna delle quali trova sulla facciata a fianco un disegno che ne rafforza la chiarezza (sarà un richiamo all'abitudine tanto cara a Lynch?).
Qui di seguito riporto una foto della 'lezione' numero 21:



'An architect knows something about everything. An ingeneer knows everything about one thing.
An architect is a generalist, not a specialist - the conductor of a symphony, not a virtuoso who plays every instrument perfectly. As a practitioner, an architect coordinates a team of professionals that include structural and amechanical engineers, interior designers, building-code consultants, landscape architects, specifications writers, contractors, and specilists from other disciplines. Typically, the interests of some team members will compete with the intrests of others. An architect must know enough about each discipline to negotiate and synthesize competing demands while honoring the needs og the clinet and the integrity of the entire project.'

Non aspettatevi rivelazioni sconcertanti, ma, come consiglia l'autore, leggere un paio di lezioni ogni giorno, durante il tempo libero, a passeggio, in ufficio quando si soffre della sindrome da 'foglio bianco' ... non vi farà affatto male!




lunedì 23 novembre 2009

archi.libro #1: Gli occhi della pelle - part 2


Nella seconda parte del libro Pallasmaa sottolinea che la 'malattia' che affligge l'occhio è l'alienazione.
Esso viene isolato e 'privato dalla sua naturale interazione con altre modalità sensoriali, riducendo così e restringendo sempre più l'esperienza del mondo alla sfera del vedere'.

Per riallacciare quindi il rapporto tra i diversi sensi è indispensabile offrire al nostro corpo, mezzo attraverso il quale le esperienze sensoriali giungono a integrarsi, un' esperienza multisensoriale, sinestetica.



Per esemplificare un esperienza del genere Pallasmaa scrive di una passeggiata nel bosco, dove il soggetto si potrebbe rinvigorire, grazie all'interazione costate di tutte le modalità sensoriali, o come la definisce Bachelard, una 'polifonia dei sensi'.

L'autore analizza poi una serie di aspetti che ritiene fondamentali durante pratica architettonica, come ad esempio l'importanza dell'ombra.


Schizzo, Steven Holl


Ombra come mezzo per garantire intimità al fruitore dello spazio e riproporre il senso della vita intima, in contrasto ad una società della sorveglianza, di un occhio voyeuristico e sadico.

Un altro aspetto caro a Pallasmaa è quello che chiama 'la forma del tatto'.
La necessità di interagire con un architettura tattile, poichè 'la pelle legge la trama, il peso, la temperatura della materia'.


Steven Holl, Cappella di St.Ignazio. La superficie della parete è
ricoperta di cera d'api, sulla quale sono impresse preghiere.

Si susseguono poi altri aspetti ugualmente importanti per giungere al fine ultimo, ovvero la definizione di un' architettura intesa come arte della riconciliazione tra noi stessi e il mondo, una mediazione che avviene attraverso tutti i nostri sensi.


P.S.

Per quanto riguarda l'aspetto esperienziale dell'architettura consiglio Parallax di Steven Holl, Postmedia Books.




Se si è interessati all'aspetto esperienziale/ludico dell'architettura nel progetto di ambienti per l'infanzia consiglio Bambini, spazi, relazioni. Metaprogetto di ambiente per l'infanzia. A cura di G.Ceppi e M. Zini. Reggio Children edizioni.



venerdì 20 novembre 2009

archi.libro #1: Gli occhi della pelle - part 1


E' con questa frase che Juhani Uolevi Pallasmaa (14.09.'36, Hameenlinna, Finlandia), autorevole architetto, un tempo professore di Architettura all' Helsinki University of Technology e Direttore del Museum of Finnish Architecture, ha intitolato il suo manoscritto (The Eyes of the Skin. Architecture and the Senses), pubblicato per la prima volta in Italia da Jacabook nel maggio 2007.



Nella parte prima di questo libercolo protagonista è la Vista, il cui primato indiscusso in Occidente è riscontrabile già nel pensiero degli antichi Greci.



Platone considerava la vista il dono più grande dell'umanità, e sosteneva che gli universali etici dovessero essere accessibili all' 'occhio della mente'.
Forse non è dunque un caso che 'il luogo della Vergine', il Partenone, richiami alla mente sia l'ideale di democrazia ateniese, sia una delle più splendide espressioni degli ideali architettonici di chiarezza e unità.

In seguito filosofi, studiosi, architetti non mancarono di adoperare metafore oculari, a tal punto che si giunse ad intendere la luce come metafora della verità.



Un esempio lampante di ciò credo che possano essere considerate le architetture di culto ove la luce penetra prepotentemente suggerendo al fedele la verità divina, illuminandolo, appunto.


Nel Rinascimento venne elaborato un sistema gerarchico, che vide primeggiare, ancora una volta, la vista.

La vista era collegata al fuoco e alla luce, l'udito all'aria, l'olfatto al vapore, il gusto all'acqua, e il tatto alla terra.

Con l'invenzione della prospettiva il ruolo predominante dell'occhio venne ancor più rinvigorito: esso divenne il punto centrale del mondo percettivo e del concetto di sè.


'La pittura sarà addunque non altro che intersegazione della pirramide visiva, sicondo data distanza, posto il centro e costituiti i lumi', con questa frase l'Alberti incentrò la riflessione dell'architettura occidentale su questioni di percezione visiva.

Possiamo quindi considerare che da prim-ceps dei sensi, la vista, ne divenne l'oppressore.

Molteplici filosofi scrissero così di paradigma oculocentrico, di oculocentrismo, del codice culturale oculocentrico e ossessivamente igienico.

Questa tirannia della Vista è riscontrabile persino se si volge lo sguardo al periodo dei modernisti.
Corbù, fortemente influenzato dalla visita al Partenone durante il suo Voyage d'Orient, elaborò il concetto secondo il quale l'architettura fosse fondamentalmente un'arte di volumi geometrici o il 'magistrale, esatto, magnifico gioco di volumi portati insieme alla luce'.



Le Corbusier, La mensola del camino, 1918, cm 58,5x48. Quello che Le Corbusier spesso indicava come 'il suo primo dipinto' fu anche da lui spiegato quale raffigurazione astratta delle sue due settimane sull'Acropoli - un paesaggio montano codificato come un' ombrae un cubo di legno come Partenone.

In un periodo, sottoposto ad 'una pioggia ininterrotta di immagini', come scrisse Calvino, si giunge così alla 'perdita di profondità esperienziale' (D.Harvey, La crisi della modernità).
Così Pallasmaa denuncia: 'l'architettura è diventata una forma d'arte a rischio', ridottasi ad 'un apparato scenico per l'occhio, una scenografia priva di autenticità materiale e costruttiva'.
Esortando così gli architetti di tutto il mondo al tentativo di ri-sensualizzare l'architettura, l'autore conclude la prima parte del libro elencando i punti fondamentali attraverso quali agire:
il rafforzamento del senso di materialità e tattilità, orditura e peso, densità di spazio e luce materializzata.

-to be continued-

P.S.

Per quanto riguarda il concetto di 'oculocentrismo ossessivamente igienico' mi sentirei di consigliare la lettura di Junichiro Tanizaki, Libro d'ombra, Bompiani.


giovedì 19 novembre 2009