domenica 27 dicembre 2009

archi.citazione #6



'Il concetto di sostenibilità non riguarda solo il conteggio delle emissioni di anidride carbonica dei nostri edifici; tra i suoi compiti c'è anche quello di creare una maggiore coscienza ambientale per mezzo dell'architettura e della progettazione urbana. Un secolo fa il movimento moderno ha indotto un cambiamento radicale del nostro approccio sociale e tecnologico all'architettura: sarà necessario un cambiamento altrettanto significativo del nostro approccio ambientale se vogliamo affrontare davvero i cambiamenti climatici.'


Peter Clegg



domenica 20 dicembre 2009

archi.bald



cordialmente concessa da www.archmaaik.com

archi.libro #3: Intonaco a vista: le scuole medie all'esame del colore




Rimanendo in tema di colore vorrei presentare in maniera sintetica la tesi di laurea, pubblicata da Beppe Grande Editore (Torino), di Giorgia Bonaldo e Claudia Stella Nigra.
La pubblicazione, Premio Tesi di Laurea su Torino, ha come obiettivo sensibilizzare il lettore a una maggiore attenzione verso l'uso del colore in ambito progettuale, aspetto che viene quasi totalmente ignorato dalla maggior parte dei progettisti.
Riprendendo nozioni di fisica e colorimetria, le autrici indagano sulle caratteristiche del colore, e di come esso possa influenzare la percezione e psiche umana.


Molto interessante l'approfondimento 'Il colore per comunicare',
dove viene fatto presente come il modo di
comunicare 'per colore, legato alle idee e ai simboli' sia rimasto ancora vivo.
Nell'immagine sovrastante si può osservare come l'uomo abbia imparato,
osservando la natura, a codificare e utilizzare il colore.
Il segnale di pericolo in questo caso rimanda ai colori di un ragno velenoso.


Dopo aver approfondito l'effetto delle sue svariate declinazioni attraverso nozioni di cromoterapia, vengono presentati cinque istituti di Torino che sono stati sottoposti all'esame del colore.
E' in queste pagine che emerge come l'aspetto del colore sia stato fortemente trascurato, o per superficialità, o, nella maggior parte dei casi per la pura e semplice ignoranza in materia (da considerarsi come aspetto che per molti anni, e tutt'ora non viene considerato importante dalla gran parte dei progettisti).
Di questi progetti viene in seguito approfondito il caso della Scuola media statale Antonio Meucci, per la quale le autrici ipotizzano nuove soluzioni cromatiche per migliorarne il confort, la sicurezza, e l'impatto psicologico sullo studente.


P.S.
Per chi fosse particolarmente interessato al tema del colore consiglio 'La teoria dei colori' di Johan Wolfgang Goethe, edito da il Saggiatore.


sabato 19 dicembre 2009

archi.citazione #5




'Quando il contadino sceglie un colore per colorare la sua casa in mezzo al verde, sceglie spesso un rosa che è il complementare del verde. Dopo tanto verde negli occhi, una superficie rosa gli ristabilisce un equilibrio'.

Bruno Munari



venerdì 18 dicembre 2009

archi.decalogo


Riporto qui di seguito il decalogo 'How to become a famous architect', elaborato da FAT (Fashion Architecture Taste).


[fonte immagine]


Si tratta di 13 suggerimenti che lo studio londinese si premura di dare a coloro che aspirano a diventare un 'archistar', specificando:


"This is not a cynical exersise. It is a guide which will help you navigate the strange world of design. It will help you achieve what you deserve only if you believe in yourself. Don't fake it..." [fonte]


"Non si tratta di un cinico esercizio (di scrittura). E' una guida che ti aiuterà a destreggiarti nel bizzarro mondo del design. Ti aiuterà ad ottenere ciò che ti meriti soltanto se crederai in te stesso. Non darti per vinto ..."



COME DIVENTARE UN ARCHITETTO FAMOSO


1. Non ti ci vorrà molto a diventare un architetto famoso, ma non aspettarti troppo. Non è il passaporto per la ricchezza, tantomeno il biglietto d'ingresso all'alta società. Ma se questo è ciò che voi, ecco come fare.

2. Primo, visita una agenzia di notizie ben fornita. Compra una copia di ogni rivista di architettura. Usa dunque quelle riviste per scoprire cosa non devi fare.

3. Ora vai in un magazzino di libri in giacenza (remainder) . Compra una copia di un libro di design con molte immagini. Il remainder non è solo il negozio più economico, il suo stock (nel senso di merce) risale ad almeno dieci o quindici anni (fa). Queste sono le cose meno “alla moda” e quindi le più pazzesche e piene di carattere. Trarrai spunto da queste per i tuoi nuovi progetti.

4. Tornando a casa, scegli un nome per il tuo studio all'avanguardia. Qualcosa di forte, artistico, e un pochino stupido dovrebbe andare. Non ci sono regole a riguardo ma assicurati che il nome non includa 'urbanistica' o 'studio'. Il nome scelto rappresenterà un'immagine di efficienza, suggerirà l'immagine di un ufficio in una zona alla moda della città, e un ottimo team. Nessuno saprà che in realtà stai lavorando nella tua camera da letto.

5. Ora che hai un nome, hai bisogno di un progetto. Deve essere un innovativo progetto di una casa. Deve avere un nome indimenticabile. Scegli una parola o frase famosa, e aggiungici alla fine 'casa'. Se suona bene, significa che va bene. Scansiona delle immagini dal tuo nuovo libro (di 10-15 anni fa). Scansiona poi qualche altra immagine che ti piace. Combinale con l'ultima versione di Photoshop. Giocaci un pò finchè non avrai ottenuto una bella immagine che ti sembri adatta. Controlla che non assomigli troppo alle immagini delle tue riviste.

6. Ora è arrivato il momento di potenziare la tua immagine. E' essenziale, perchè è questo ciò che dovrai vendere. Ricorda, non avrai da progettare alcun edificio prima di una decina di anni. E in questo lasso di tempo dovrai vivere della tua immagine, quindi assicurati di fare un buon lavoro. La tua immagine è ciò che dici, e il modo in cui lo dici. Se vieni dall'Europa, sei già a cavallo. Se così non fosse, fingi che sia così. La tua immagine deve suggerire politiche rivoluzionarie e la filosofia francese. Non parlare però di queste cose in maniera diretta perchè potresti far confusione.

7. Per allertare le riviste, hai bisogno di un comunicato stampa. Deve essere pregno della tua immagine, e deve esserci il tuo numero di telefono.

8. Considera il tuo audience: giornalisti. E' importante che tu ti ricordi che i giornalisti di architettura vanno pazzi per qualunque cosa interessante. Questo perchè l'architettura è spesso noiosa. Sii dunque interessante. Fai dichiarazioni bizzarre; dii loro che tutto ciò che sanno è sbagliato; soprattutto, preparati a esprimere opinioni radicali su qualsiasi argomento potrebbe saltar fuori durante la conversazione. Pubblicheranno tutto e te ne saranno grati.

9. Manda il tuo comunicato stampa alle riviste. I numeri li trovi nelle stesse riviste che hai comprato prima.

10. Non rilassarti ancora, perchè ora devi preparare le brochures che dovrai spedire. Sarai troppo preso a rispondere a inevitabili chiamate nei prossimi giorni, perciò portati avanti. Le brochures dovranno contenere l'immagine della nuova casa che hai ideato, accompagnata da una nuova idea di design (capisci quanto è stato importante sviluppare la tua immagine?)

11.Quando il telefono inizia a suonare, sai cosa fare: usa l'incisivo nome dello studio che hai scelto, il titolo della tua eccitante nuova casa, e il tuo irresistibile fascino per completare il tutto. Quando il telefono smette di suonare, vai all'ufficio postale e spedisci le lettere con il tuo progetto.

12.E' arrivato il momento di rilassarsi. Fai un salto in un bar alla moda fra gli architetti (lo riconoscerai dall'aspetto di una fabbrica riconvertita, costosi stuzzichini, e persone con bizzarri occhiali). Divertiti, mi non scordare il tuo fascino! Tutto ciò di cui hai bisogno ora è ricordarti di comprare le riviste in cui comparirà il tuo nome.

13.Benvenuto nel mondo delle archistar.



[fonte] [tradotto da Marco Zerbi]


mercoledì 16 dicembre 2009

archi.novità #3: si mangia?


Riprendendo l'idea di un architettura da 'gustare' ho pensato di dedicare questa compressa di architettura ad un paio di ricette che, da buon intenditore, un architetto non si dovrebbe lasciar sfuggire.


La prima 'ricetta' prevede l'uso di albume, tuorlo, cera d'api, olii essenziali di garofano, agrumi e menta .


Per chi cerca sapori più decisi come fare a dire di no a un mix di terpeni d'arancio, propoli e alcool?


Per i più temerari c'e' anche la possibilità di accompagnare il tutto con qualcosa a base di propoli e aceto di vino.


I nomi di questi gustosi preparati? Stucco lusto semilucido dall'effetto ombreggiato, balsamo di cera semiliquido protettivo traspitante e antiruggine senza componenti tossici.


Sono queste alcune delle specialità degli 'chef' di Spring Color, un'azienda che da qualche anno si è convertita alla produzione di prodotti 100% naturali.



[fonte immagine]


Una vasta gamma di prodotti a base di componenti vegetali che non comportano alcun pericolo per la salute degli operai, verniciatori, restauratori e addetti ai tintometri nei negozi di colori, non che dell'utente ultimo, colui che fruirà degli spazi trattati con questi prodotti.


Un atteggiamento quindi rispettoso e sostenibile, che assicura la salvaguardia dell'ambiente grazie a materiali degradabili al 100%, il rispetto delle strutture architettoniche sulle quali verranno applicati i prodotti ed il dovuto rispetto del restauro conservativo “alla regola dell’arte” per via della reversibilità di questi prodotti.



[fonte immagine]

'C'e' chi fa il latte con la vernice ... e chi fa le vernici col latte!'

Motto dell'azienda




martedì 15 dicembre 2009

archi.bald

Mike Hermans, alias Maaik, ha cordialmente concesso a questo blog novello di pubblicare le sue strisce quotidiane. Sicuro che verranno gradite da studenti di architettura, professionisti e simpatizzanti...ecco qui la striscia odierna (edizione serale)! A chi non conoscesse già questo fumetto, e quindi i suoi personaggi, consiglio una visita qui per visionare i suoi protagonisti ed i loro profili.


cordialmente concessa da www.archmaaik.com

archi.citazione#4


'Mi mangerei Verona pezzo per pezzo'

John Ruskin


'Marmo veronese che invita ad esser mangiato'

Stokes

sabato 12 dicembre 2009

archi.novità: una declinazione del progetto 'Vertical Farm'



'Pig City' by MVRDV

[fonte immagine]


Precursori dell'idea di 'Vertical Farming' proposta da Dickson Despommier, gli architetti MVRDV, noti per le loro proposte provocatorie ed originali, hanno elaborato nel 2001 uno studio teorico chiamato 'Pig City'.



'Pig City' by MVRDV

[fonte immagine]


Gli architetti, interrogandosi sull'ingente quantità di carne suina che viene richiesta dal mercato, sul conseguente fabbisogno di grano per sfamare il bestiame e sulle malattie riscontrate in questa specie animale, hanno così proposto un innovativo metodo di allevamento.

Si tratterebbe, analogamente a ciò che ha poi proposto Despommier, di grattacieli interamente destinati all'allevamento di suini, nei quali sarebbe previsto un elevato grado di automazione per la cura del bestiame.



'Pig City' by MVRDV

[fonte immagine]


Associando all'allevamento di maiali la coltivazione di vegetali, il team olandese prevede un sensibile risparmio di combustibili fossili, andando a ridurre i consumi e gli sprechi dovuti al trasporto di merci.

Attuando una politica del genere gli ideatori di questo studio teorico rassicurano così gli amanti della carne di maiale al non doversi improvvisare, in un futuro assai prossimo, vegetariani.

venerdì 11 dicembre 2009

archi.approfondimento #1




Parlando con un amico agronomo del progetto 'Vertical Farm' mi è stato suggerito che per sviluppare un progetto simile è ipotizzabile l'utilizzo di tecniche dette 'idroponiche'.
Perciò ho pensato di svolgere una piccola ricerca e pubblicare un sunto riguard
o questa particolare metodologia di coltivazione.

Cos'è l'idroponia?



L’idroponia è una tecnica “fuori suolo” in cui in sostituzione del terreno agrario viene utilizzata una soluzione nutritiva ed un substrato inerte.
Con questa tecnica è possibile ottenere una produzione maggiore a parità di superficie coltivata; inoltre può essere impiegata comealternativa in qualsiasi luogo in cui, per motivi di scarsa fertilità del suolo, non è possibile utilizzare metodi di agricoltura tradizionali. [fonte]

Un altra valida alternativa: l' aeroponia.



L’aeroponia è una tecnica di coltivazione avanzatissima, con elevate rese produttive. Le piante sono poste su appositi pannelli forati destinati solamente a sorreggere la pianta. Lo sviluppo e la crescita avvengono in tubi di plastica attraverso i quali passano le soluzioni nutritive: le radici delle piante sono esposte all’aria e non hanno alcun tipo di contatto con substrati, naturali o artificiali.

Il tempo di crescita della pianta, indipendente dalle stagioni (ciclo continuo), è lo stesso delle coltivazioni tradizionali in terra, però senza interruzioni (nessun periodo di riposo).

Contrariamente a quanto avviene per l’idroponica, la coltivazione aeroponica permette di utilizzare l’intero volume della serra e di modificare i parametri della soluzione nutritiva in modo da ottenere i migliori risultati colturali.

I principali ostacoli che questa tecnologia comporta:

-L’elevato costo degli impianti e l’alto fabbisogno energetico, non compensati dalle alte rese;

-I problemi di competizione luminosa tra le piante nei sistemi che cercano di ridurre al massimo lo spreco di superficie coltivabile;

-Lo scarso adattamento degli impianti e delle soluzioni nutritive in relazione alle esigenze delle diverse specie orticole e floricole coltivabili;

-La gestione e il controllo computerizzato della produzione difficilmente utilizzabili dall'operatore agricolo di media professionalità. [fonte]

giovedì 10 dicembre 2009

archi.novità #1: il progetto 'Vertical Farm'


'The Living Tower' by SOA Architects

'L'avvento dell'agricoltura ha portato ad un esponenziale aumento della popolazione umana e dei suoi animali domestici. Le primitive comunità di cacciatori, in appena 10.000 anni, si sono trasformate in sofisticati centri urbani.

Oggi, sono oltre 80 milioni gli ettari si suolo destinati all'agricoltura, all'incirca il 38% della superficie totale (emersa) del pianeta. Ciò ha inevitabilmente modificato il paesaggio, a spese dell'ecosistema naturale, riducendo e frammentando molte aree, ed eliminandone molte altre.

Tutto ciò per avere un adeguato rifornimento di cibo. La conseguenza di quest'invenzione ha dunque facilitato la crescita della specie umana al punto tale da dominare l'intero mondo naturale, dal quale proveniamo.

E' indubbio il vantaggio di non esser costretti a procacciarsi quotidianamente il proprio pasto, tuttavia una delle più rilevanti conseguenze è stato l'aumento della trasmissione di numerose malattie infettive, che oggi emergono e riemergono con regolarità devastante in particolar modo nelle aree tropicali e sub-tropicali. L'agricoltura moderna adopera una quantità elevata di prodotti chimici, e l'utilizzo di sostanze quali pesticidi e fungicidi ha portato alla nascita di nuovi rischi per la salute umana, come certificano gli studi tossicologici ed epidemiologici.

Se non bastasse tutto ciò per allarmarsi, ci si aspetta che nei prossimi cinquant'anni, la popolazione mondiale arriverà a toccare gli 8,6 billioni, richiedendo così 109 ettari (all'incirca le dimensioni del Brasile) in più per essere sfamati, utilizzando le attuali tecnologie disponibili. La quantità di ulteriori terre coltivabili è semplicemente non disponibile.

Senza una strategia alternativa per trattare questo problema il caos andrà a prendere il posto dell'attuale ordine nella maggior parte dei paesi.' Tratto dall' Abstract di 'The Vertical Farm Essay', di Dickson Despommier [fonte] [tradotto da Marco Zerbi]


Riassumendo dunque le constatazioni di Despommier i problemi ai quali è necessario dare un'adeguata risposta sono:

- il boom demografico rilevato nei paesi emergenti

- la conseguente pressione sulla domanda e la produzione di cibo

- la mancanza di terreni adatti a soddisfare questa esigenza

- l'inquinamento ambientale

- il conseguente riscaldamento globale

- una resa meno fruttuosa ,e salubre, dei terreni


Insomma, un circolo di eventi tra loro strettamente concatenati che sembra non offrire buone prospettive alle generazioni future.


Così, ragionando assieme ai propri alunni sul fabbisogno alimentare di una metropoli è emersa la domanda: “Perchè non spostare tutte le operazioni di coltivazione in città, magari in palazzi abbandonati? Sarebbe più facile fare i conti con la domanda di cibo di ogni quartiere di una qualsiasi metropoli”.

Da qui l'idea di proporre il modello 'Vertical Farm', letteralmente 'Coltivazione Verticale', ovvero biotorri autosufficienti, sostitutive del vecchio lavoro dei campi.




'Pyramid Farm' by Eric Ellingsen & Dickson Despommier

[fonte dell'immagine]



I benefici della 'Verical Farm' riassunti in punti fondamentali


- Produzione delle coltivazioni durante l'intero anno; un acro di coltivazione di una VF (Vertical Farm, ndr) equivale a 4-6 o più acri di terreno coltivabile, a seconda del tipo di coltivazione ( ad esempio l'utilizzo di un acro di una VF adibito alla coltivazione di fragole equivale all'utilizzo di 30 acri di terreno coltivabille)

- Nessun problema legato al cattivo tempo, come periodi di siccità, inondazioni, insetti nocivi

- Tutto il cibo coltivato nelle VF cresce in maniera biologica: non necessita infatti di erbicidi, pesticidi o fertilizzanti

- VF elimina il problema dello smaltimento delle acque nere delle coltivazioni odierne, offrendo la possibilità di riciclare l'acqua utilizzata per l'irrigazione

- VF fa si che le terre coltivate possano essere restituite alla natura, ripristinando così l'ecosistema ed i suoi cicli naturali

- VF riduce drasticamente l'incidenza di molte malattie infettive che minacciano le aree agricole

- VF converte le acque nere e grigie in acqua potabile, raccogliendo l'acqua prodotta dai cicli di evapotraspirazione

- VF fornisce energia alla rete attraverso la generazione di metano e il compostaggio delle parti non commestibili delle piante e degli animali

- VF riduce drasticamente l'utilizzo di combustibili fossili, eliminando l'uso di trattori, aratri e spedizioniere

- VF converte spazi urbani abbandonati e dismessi in centri di produzione di cibo

- VF crea attorno ai centri urbani aree sostenibili

- VF crea nuove opportunità di lavoro

- Non possiamo andare sulla Luna, Marte, o oltre se prima non impariamo a coltivare in ambienti chiusi, sulla Terra

- VF potrebbe rivelarsi molto utile per essere integrata in campi profughi

- VF offre la sicurezza di poter misurare in maniera certa i profitti economici per i paesi tropicali e subtropicali del quarto mondo. Inoltre potrebbe ridurre o addirittura la crescita della popolazione se venisse adoperata l'agricoltura urbana come strategia per la produzione sostenibile di cibo

- VF potrebbe ridurre l'incidenza di conflitti armati per il possesso di risorse naturali, come acqua e terre per l'agricoltura.


Un sistema che può apparire avveneristico, tuttavia Despommier assicura che, con i fondi necessari sarebbe possibile realizzare un progetto pilata di Vertical Farm anche subito, garantendo una produzione alimentare a pieno regime nell'arco di 7-10 anni.




Progetto di Gordon Graff

[fonte dell'immagine]

mercoledì 9 dicembre 2009

archi.citazione #3


[fonte dell'immagine]



'L'architettura, oltre ad essere spaziale, è anche musicale. Quella musica è interpretata dall'acqua. L'importanza delle pareti è che non isolano dallo spazio esterno delle strade. La strada è aggressiva, perfino ostile: le pareti creano silenzio. Da quel silenzio tu puoi fare musica con l'acqua. Dopo, quella musica ci circonda'.


Luis Barragan

sabato 5 dicembre 2009

archi.bald


Mike Hermans è un architetto belga che attualmente si dedica a tempo pieno alla creazione del fumetto Arch.Maaik.


E' la storia della vita di un architetto, Archibald, alter-ego dell'architetto-fumettista, e delle sue vicende personali nell'esercizio della professione.



Archibald dirige uno studio di architettura assieme al suo collega e amico, l'ingegner Gerald. Sono una coppia inseparabile.
Nonostante le loro personalità siano completamente diverse, si completano uno con l'altro, perfettamente.
Archibald è un sognatore, l'uomo con le grandi idee, mentre Gerald è un realista, che tiene fermamente i piedi per terra.
Archibald è un egocentrico idealista, con le sue particolari convinzioni nel modo di vedere l'architettura. I suoi frequenti scontri con i partecipanti al processo di costruzione ne sono una prova. Tuttavia è ben consapevole che talvolta è necessario arrivare ad un compromesso quando si ha il desiderio di vedere i propri progetti realizzati.
Sa bene che l'architettura è più una ricerca che uno stato di fatto. Egli aspira a un futuro come architetto, ma preferibilmente in un universo senza limiti dove possa fare quel che gli pare.
Questo cartone mostra il pensiero di Archibald, i suoi sentimenti, e offre uno scorcio sul mondo dell' archittura ed ai personaggi che ne fan parte, focalizzando l'attenzione sulle sue indecisioni, le sue emozioni e il suo ardente desiderio di essere apprezzato.
Ognuno di noi segue la propria strada per imparare ciò che la vita ha da insegnarci. L'architettura è la strada che Archibald ha deciso di intraprendere.

Ho avuto il piacere di conoscere questo artista solo recentemente, e, come studente di architettura ho potuto riconoscermi nel personaggio in diverse situazioni. Mi auguro che Maaik aderisca alla proposta di pubblicare le sue strisce su questo blog, se così non fosse consiglio a tutti gli interessati di andare a curiosare sul suo sito www.archmaaik.com .